ULTRASUONI: Anacleto Vitolo, Venta Protesix e Sagittarius A*: performance immersive tra Musica Elettronica e Arte Generativa

ULTRASUONI: Anacleto Vitolo, Venta Protesix e Sagittarius A*: performance immersive tra Musica Elettronica e Arte Generativa

Venerdì 23 dicembre 2022 dalle ore 21.00, presso il Mumble Rumble di Salerno “Ultrasuoni” propone una serie di esibizioni in cui suono e immagine comunicano. Abbiamo intervistato gli ideatori dell’evento e promotori del movimento artistico Alberto de Marino, in arte U/ndo, e Manuel Longo, in arte Grievence.

U/ndo: Ultrasuoni è un Esperimento Ibrido. Il seme che ha permesso al progetto di germogliare mette radici nel lontano 2018, durante la realizzazione dell’installazione audiovisiva “Ologramma Acustico”. La materia su cui l’opera indaga è la relazione tra musica e immagine, tramite un algoritmo complesso il suono viene tradotto in numeri che “generano vita artificiale”. 

Questa ricerca continua tutt’oggi, coinvolgendo un numero sempre maggiore di artisti visivi, musicisti e produttori. Il 23 dicembre al Mumble Rumble, un luogo che ha un grande valore storico oltre che simbolico nella crescita culturale di Salerno, non è casuale, saranno portati in scena per la prima volta, utilizzando come strumenti Suoni e Rumori , i risultati di questo lungo processo di sperimentazione.

Quali artisti sono stati coinvolti nella realizzazione del format? 

U/ndo: ci siamo affidati ad artisti noti sul territorio e non solo, per valorizzare i risultati di questo lungo lavoro di ricerca. Sarà presente Anacleto Vitolo che oltre a essere  musicista e professore di “musica e nuove tecnologie” è uno dei fondatori del collettivo Zeugma che cerca di produrre e divulgare la cultura del Suono. Venta Protesix artista noto per le sue immagini sonore “malate” e “ossessive”  che va in contrapposizione ai canoni della musica tonale. L’evento è organizzato con il contributo della label indipendente Eterea di cui Manuel Longo aka Grievance, Dj e compositore di musica concreta, presente anch’egli tra gli artisti della rassegna, è fondatore.

Qual è il vostro obiettivo con Ultrasuoni?

U/ndo: l’obiettivo è mettere in comunicazione tutti gli aspetti creativi legati all’arte in generale. Vogliamo far interagire le persone e le opere, senza confini. Con questa iniziativa proviamo a mettere in comunicazione diversi linguaggi espressivi e indagare sul rapporto tra uomo e “macchina”. Attraverso il supporto della tecnologia, declinata nella musica elettronica, vogliamo portare in scena un’improvvisazione che metta in risalto sia il musicista elettronico che, passami il termine, quello convenzionale. L’obiettivo è fare suono nuovo e, in un certo senso, vivo. Del resto la musica elettronica viene dall’arte acusmatica, ovvero un suono che si sente senza individuarne la causa originaria.

Il termine è stato coniato da Schaeffer riprendendo la definizione dalla scuola pitagorica. Quando Pitagora svolgeva le sue lezioni non era visto dai discepoli, ma si dice che le facesse da dietro a un “velo”. Infatti i discepoli che partecipavano alle sue prime lezioni erano chiamati acusmatici, che potevano solo ascoltare per diventare poi matematici.

Il senso di Ultrasuoni è anche questo. Oggi l’immagine grazie ai mass media è prevalente, e il suono entra in secondo piano. Quando al contrario uno dei primi sensi che sviluppiamo prima di nascere, oltre il tatto, è l’udito, mentre la vista è solo l’ultimo. Inoltre, il nostro apparato uditivo ha un range di frequenze che, superata una certa soglia non riesce a captare, eppure queste “vibrazioni’ esistono ma per l’uomo sono irraggiungibili.

“Esiste una musica che non sentiamo che governa l’universo!”

Quello che cerchiamo di fare è dare al suono la responsabilità di rendere viva l’immagine in tempo reale. Ci sono già delle realtà campane come Flussi o italiane come, non a caso, Tempo Reale o Umanesimo Artificiale che si interrogano sul ruolo dell’uomo in quest’era tecnologica e di intelligenza artificiale. Una delle nostre ispirazioni è stato il manifesto della musica futurista di Russolo, uno dei primi compositori che ha concepito l’idea di “Suono-Rumore”. Potremmo dire che la musica elettronica contemporanea è un “brevetto” tutto italiano. Purtroppo però in Italia non se ne parla e questo tipo di musica è schiacciata da quella “convenzionale”. Vogliamo quindi generare attraverso la comunicazione tra elettricità e codici binari, suono ed immagine una “controriforma” artistica.

Grievance: Lo stesso concetto di “convenzionale” andrebbe ridefinito. Dal mio punto di vista non esiste un pubblico mainstream e uno di nicchia, ma bisogna puntare sul diffondere la cultura andando in un certo qual senso ad istruire il pubblico che troppo spesso non ha modo di conoscere linguaggi espressivi differenti da quelli più diffusi.

In che senso una controriforma?

U/ndo: la nostra è una “controriforma” perché proviamo ad andare oltre tutti quelli che sono i canoni della musica “convenzionale” abbracciando le grandi monotematiche di arte, scienza, tecnologia e di come quest’ultima aiuti la musica ad evolvere.

Si parla di genere atonale, ovvero combinazioni ritmiche tra i suoni, andamenti verso l’acuto e verso il grave delle melodie, e intervalli musicali, se pur sconnessi dal cosiddetto “sistema tonale”. All’inizio la nostra idea era di proporre una semplice jam dove si improvvisasse usando soli strumenti elettronici con l’arte generativa a fungere da sfondo. In seguito abbiamo raccolto adesioni da artisti come Italo BellaDonna aka Venta protesix e Anacleto Vitolo. 

Abbiamo deciso di improntare la serata come un incontro tra amici che condividono idee sonore ed esperienze mettendole in discussione. Lo scopo secondario è soprattutto mettere in relazione musicisti, ma anche pittori, scultori, grafici, e soprattutto comunicatori, provando a trovare una prospettiva comune.

ULTRASUONI: Anacleto Vitolo, Venta Protesix e Sagittarius A*: performance immersive tra Musica Elettronica e Arte Generativa

In che modo la componente visiva entrerà in relazione con quella musicale?

U/ndo: in questi anni ho iniziato ad avvicinarmi all’arte generativa partendo da software applicativi che permettono di far interagire il suono con immagini o forme geometriche pure. La matrice è totalmente tecnologica: un algoritmo che governa il legame fra musica e immagine. L’intento è proprio quello di contestualizzare l’epoca in cui viviamo. L’obiettivo è rendere la performance visiva il più fedele possibile  alla composizione. 

Grazie a questo approccio si generano processi autonomi, che creano immagini sullo schermo, assolutamente imprevedibili e irripetibili, elaborando il concetto di “HomeArt “: arte creata da e per se stessi. Ora mi chiedo: ”Se fa tutto un computer, che ruolo ha oggi l’artista nella società?”. In questa chiave si attua un processo a catena in cui l’arte viene espressa dalla creazione del generatore, dalle creazioni fatte dal generatore stesso e dalle opere che quelle creazioni possono far nascere tenendo sempre presente che l’idea è processo…un processo che prova a trasmettere conoscenza attraverso nuove forme di apprendimento sempre più all’avanguardia che fa interrogare sull’esistenza umana.

Più che un genere, su quali coordinate sonore viaggerà Ultrasuoni?

U/ndo: la chiave è sicuramente l’elettronica sperimentale. Vorremmo che fosse un’esperienza in cui lo stesso spettatore diventi componente attiva del dialogo tra suono e immagine. 

Grievance: Una delle prime performance in assoluto che abbiamo fatto è stata al Complesso Monumentale a Cava Dei Tirreni. Lì siamo riusciti a educare  e coinvolgere il pubblico ed è stata una grande sfida che vogliamo ripetere con Ultrasuoni. Nel momento in cui riesci a creare un campo visivo periferico, indirizzato non solo a quel determinato pubblico, a quel punto vinci la sfida.

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