Cosa accade se la musica e la psicoanalisi si incontrano? Accade, per esempio, che si tenti di ascoltare un (grande) album come se fosse il racconto di un viaggio interiore.
L’elemento che accomuna la musica e la psicoanalisi è l’ascolto. In un caso melodie e armonie, nell’altro parole che evocano immagini. Entrambe richiedono che vi sia una persona incaricata di generare del materiale e un’altra che si ponga in ascolto e che dia un significato agli stati emotivi suscitati da quel materiale. Nel recensire Canzoni Dell’Io Nudo si è voluto fare un parallelismo fra queste due sfere, tentando (chissà se con successo) di raccontare non solo gli aspetti propriamente musicali dell’album, ma anche mettendosi in ascolto di quelli sottostanti.
L’album di Pluhm infatti racchiude in sé molti elementi che si abbinano perfettamente all’universo inconscio che si indaga all’interno di una psicanalisi. Ci sono simbolismi forti, immagini archetipiche nei titoli di alcuni brani e sonorità capaci di evocare quella dimensione distorta e persino illogica tipica del mondo onirico.
La Discesa lungo territori inesplorati fino ad arrivare all’Abisso
L’album si apre con Discesa, brano che ci proietta da subito in lande smisurate e spaventose, da inferno dantesco. Pad potenti prendono il posto delle parole nel comunicare un senso di attonita contemplazione di fronte all’incommensurabile. L’Io Nudo, già estremamente evocativa dal titolo, si apre con il suono di diversi strumenti che sembrano appartenere a un’orchestra distorta, la cui musica percepiamo ovattata come se la ascoltassimo da dentro una campana di vetro o attraverso una vecchia radio. Una melodia melanconica che si fa via via più nitida fino a generare uno stato emotivo di paura e di estasi al tempo stesso.
Compito della psicoanalisi è anche far riemergere il materiale inconscio rimosso. Oblio Della Mente è un brano cupo e monumentale. Ascoltandolo si ha la percezione di trovarsi all’interno di un’enorme cattedrale completamente vuota. Si sente in lontananza il suono di un organo, l’eco di qualcosa di antico e dimenticato. L’Abisso è il fondo di noi stessi, il punto che bisogna raggiungere per poter poi riemergere. Farlo non è facile, anzi, produce molta sofferenza. Ecco che ascoltiamo un brano dalle sonorità aspre e distorte, costruito su un ritmo che sembra ricordare un battito cardiaco irregolare.

La scoperta del Reale, la tempesta e la Risalita
Proseguendo in questo viaggio interpretativo, dopo l’abisso incontriamo L’essenza del Reale. Scompaiono per un attimo le sonorità più oscure e le atmosfere cupe si diradano per fare spazio a una dolce melodia al piano. La traccia procede diventato via via più intensa con strumenti etnici e effetti distorti. Come le nuvole rappresentano simbolicamente le immagini in continuo mutamento che si librano nella psiche, così Il brano La Nube S’addensa sembra annunciare l’arrivo di una tempesta affettiva. Un crescendo di tensione emotiva che culmina in una vera e propria esplosione fra cori e synth.
Ossessione è costruita su un ritmo lento e cadenzato, anche qui sono presenti dei cori che potrebbero simboleggiare i pensieri da cui è assediata la persona che soffre di ossessioni e di cui non è facile liberarsi. Il brano più cinematografico di tutto il disco è Il Palazzo del Rimpianto, nel quale strumenti ad arco incontrano una voce femminile fino a culminare nell’eco distorta di una chitarra. A conclusione di un viaggio iniziato con una discesa non può esserci che una Risalita. Dopo essersi lasciato la tempesta alle spalle, Pluhm riemerge in un paesaggio che dalle nubi lascia finalmente trapelare un raggio di sole. La fatica del viaggio è resa tutta dall’ultimo, liberatorio respiro con cui si conclude l’album.
Canzoni Dell’Io Nudo è uscito il 5 febbraio sull’etichetta australiana Rum Fixion Records. Il 7 gennaio uscirà il nuovo EP di Pluhm dal titolo ‘Cattedrale’.