Perché la tempesta può essere meglio della quiete

Quando la tempesta é meglio della quiete

Intervista a Doc Pavlonium in occasione dell’uscita del suo EP “Politicians Under Firestorm”

Pochi mesi dopo l’ultima visita allo studio della Sabbia in via Padova, rieccoci per una nuova intervista con Alessandro Paolone, in arte (anche, ma non solo) Doc Pavlonium

C’era anche lui a dicembre quando abbiamo chiacchierato di “The Wellness Algorithm“, una compilation che ci faceva riflettere su quanto le macchine e gli algoritmi siano preponderanti nell’ascolto musicale di oggi. 

Il titolo è chiaro e diretto: un’istantanea di ciò che si sono trovati a fronteggiare i politici nell’ultimo periodo. 

Firestorm significa tempesta di fuoco ed è proprio il nome che nel linguaggio militare indica il momento del pandemonio. Nei film come Rambo il punto di non ritorno”.

La tempesta che si è abbattuta su tutti i settori, artistico e musicale compreso, porta con sè l’urgenza di fermarsi a riflettere tutti, politici e non. Per cambiare le cose e magari assicurare un futuro migliore a un settore di cui il blocco pandemico ha, se non altro, messo in luce la precarietà.

L’auspicio è quello non di tornare alla realtà di prima – dice Doc Pavlonium – governata simbolicamente dal palazzo della regione X che può essere un qualsiasi palazzo del potere, ma è che le persone soffino un po’ sulle braci ardenti e prendano più posizione”.

Il disco traccia per traccia

Lato A

Il disco, uscito in vinile l’11 maggio, è composto da cinque tracce quasi tutte realizzate nell’ultimo periodo.

Ho notato un cambiamento nell’approccio a fare musica dovuta alla mancanza di contatto fisico con le persone e di situazioni dove esibirsi. Persone che ti chiamano per dirti che il tal posto ha chiuso.

Uno stato emotivo di sospensione e attesa si riversa nell’EP che “inizia con una traccia downtempo, lenta, molto riflessiva che infatti si chiama The Floating World.

Il video di The Floating World diretto da Ferruccio Perrone

Segue Polar Inversionpiù electro dal punto di vista ritmico” per cui “sono stato ispirato dal giorno in cui ho letto la notizia che il Polo nord magnetico sta scappando verso sud al ritmo di 50 cm l’anno. Qualcuno ha ipotizzato che, come già successo nel corso della storia ben prima dell’uomo, si stiano invertendo i poli magnetici della terra. Se questa cosa accadesse manderebbe a puttane tutti i sistemi che regolano ogni cosa.”

Lato B 

Perché la tempesta può essere meglio della quiete: Doc Pavlonium
La back cover di Politicians Under Firestorm

Il lato B del disco è più deejay friendly e dancefloor oriented. Si apre con la title track che è l’unica traccia con cassa dritta del disco. Ha un tema acid e atmosfere spaziali, ma cupe. È nata con un atteggiamento più aggressivo rispetto al primo lato e proprio per questo ha preso il nome di Politicians Under Firestorm“. Invece Programmable Electronic Future è un po’ il prosieguo nella riflessione di “The Wellness Algorithm”. “É un viaggione che mi sono fatto e che rappresenta appunto un futuro elettronico completamente programmabile”.

L’EP si chiude con Il Compositore Settimanale, unica traccia del disco composta in un periodo precedente rispetto alle altre. riascoltandola ha assunto un significato ancora più forte.” Fare musica settimanalmente “è la ricetta che impedisce a un artista di arrendersi. L’ho riascolta adesso e mi ha dato spinta e energia per andare avanti, per continuare a fare ricerca e raccontare un momento come questo. Senza porsi il problema di cosa verrà fuori, se è bello o brutto, deve semplicemente raccontarlo.”

Conclusioni, copertina e buoni propositi

Una tempesta di fuoco. Quella che ci è piovuta sulla testa nell’ultimo anno e “quello che si sono trovati ad affrontare i politici: un ribaltamento totale delle cose dovuto a un imprevisto assurdo.

Assurdo così come il fatto che ci sia voluta una vera e propria tempesta per mettere in risalto (spesso facendolo male) un settore, quello musicale e artistico, che ha sofferto e soffre da matti.

Le risposte messe in campo non hanno tracciato un cambiamento che è quello che il disco auspica e vuole comunicare. Non ha tutelato un settore non capendone l’esistenza.

Il Doctor Pavlonium offre lo specchio sincero e altamente infiammabile della situazione dell’artista che, non potendo per forza di cose esprimersi suonando e stando a contatto con le altre persone, trova nel suo bisogno di fare musica la chiave per esprimere ciò che sente e per tracciare nuove rotte possibili. “L’arte è una presa di posizione sul circostante e sul presente perchè è una forma di espressione che deriva direttamente dalla sensibilità di una persona nei confronti di ciò che accade. C’è sempre una possibilità di espressione anche politica nell’arte se per politica intendiamo la presa di posizione sul momento corrente.”

Il disco è uscito in una tiratura limitata di 300 copie. La copertina realizzata da Paolo Bensi rappresenta da un lato l’esplosione di idee e sentimenti di Doc Pavlonium e dall’altro il palazzo della regione Lombardia circondato dalle persone che soffiano sulle fiamme del cambiamento.

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