Intervista a Edoardo Pietrogrande (P41) fondatore, insieme a Ominostanco e Decomposer, dell’etichetta romana Festinalente Dischi in occasione dell’uscita della visionaria compilation “Stereociglia”.
La locuzione latina, poi ripresa da Calvino, “Festina lente” si può tradurre letteralmente come “affrettati lentamente”. In queste parole si racchiude la raison d’être dell’etichetta romana fondata da tre artisti enormi quali Edoardo Pietrogrande aka P41, Ominostanco e Decomposer. Nell’intervista a Edoardo, il Dj, sound engineer e produttore racconta il percorso che ha portato alla nascita di Festinalente Dischi. Lo sforzo di dare continuità al proprio operato, senza sottostare alle mere logiche di mercato, unito al bisogno di abbracciare l’elettronica nelle sue accezioni più disparate formano la visione, quasi cinematografica, dell’etichetta romana. La musica non è solo clubbing o danza, ma è come diversi momenti e ispirazioni vengono trasformati in onde sonore. Intepretata da mostri sacri e giovani promesse, Stereociglia è, più che una collezione di tracce, un portale aperto su universi distanti, dalla psichedelia alla drone, dalla computer music al mondo delle soundtrack, eppure connessi, in maniera magistrale, fra loro.
Ciao Edoardo, benvenuto su Nicchia Elettronica. Vorrei iniziare l’intervista facendomi raccontare da te la storia di “Festina Lente”. A che punto eri del tuo percorso quando hai deciso, poi supportato da Roberto e Agostino, di fondare una tua etichetta e quali sono state le esigenze alla base?
Ho sempre avuto la passione per il concetto di etichetta discografica. La mia tesi di laurea è stata la creazione di una label, “till2012 records”. Si trattava di un progetto triennale in cui volevo dimostrare i punti di forza e di debolezza dei nuovi metodi di distribuzione digitale.
Dal 2014 al 2016 sono stato un artista della casa Get Physical. In quel periodo le mie collaborazioni con Francesco Tristano erano molto frequenti e avevo all’attivo numerosi singoli con il mio progetto P41.
L’idea di Festina Lente Dischi nasce da un ragionamento personale e collettivo. Agostino Maria Ticino in arte Decomposer e Roberto Vallicelli aka Ominostanco sono in primis due amici veri e poi sono due musicisti eccezionali. Ci siamo sempre confrontati senza pietà e con bellissime discussioni su tutto. Il boss della Get Physical, Roland Leesker mi propose di aprire una sub label perché spesso riconosceva l’originalità e la qualità delle nostre demo, ma non sempre queste erano in linea con i criteri della label. Riuscire a dare continuità al contenuto “no matter what” (come direbbe il grande Marco Passarani) era la vera motivazione e farlo con i nostri ritmi. Da qui il motto “Festina Lente”, che significa “affrettati lentamente” o “avanza lentamente”.
Avevo letto da poco il libro “Lezioni americane” di Calvino e così abbiamo deciso di dedicare il nome al suo genio perché lui stesso descriveva il suo percorso di scrittore con questa locuzione latina. L’idea di creare qualcosa e poi di doversi adattare ai tempi e alle regole del mercato ci stava mettendo in crisi. Volevamo essere liberi di produrre ciò che ci rappresentava con continuità.

Ciò che risulta ben chiaro, sia ascoltando la compilation “Stereociglia” che le release precedenti, è che Festina Lente non sia un’etichetta incentrata solamente su un genere musicale, pur avendo come filo conduttore la passione per il dancefloor. Quali sono i criteri con cui selezioni gli artisti che produrranno sull’etichetta?
È sempre stato il nostro più grande difetto o, visto in chiave “elogio alla follia”, il nostro più grande pregio.
La musica elettronica, se così dobbiamo definirla, ha avuto sempre diverse declinazioni. L’idea di un progetto verticale su un genere semplicemente non ci appartiene. Crediamo che il linguaggio di un artista si basi su dinamiche e ragionamenti più complessi e che ci sia un percorso che non può ridursi a una matrice ritmica o di struttura. Se pensiamo ai Beastie Boys, bastano 3 secondi per riconoscerli, già solo per la voce. In quel caso la voce di un artista diventa un blend di suoni ed emozioni che secondo me vanno oltre ogni tipo di classificazione house/techno/electro e devono essere riconosciute nel gesto, nel materiale che utilizza, nelle idee.
La nostra linea guida è trovare artisti che riescano innanzitutto ad avere un’identità forte e per farlo cerchiamo sempre di conoscerli. È difficile che lavoriamo su una semplice demo submission.
Insegnando in accademie ho avuto alcune volte il piacere di produrre degli ex studenti. L’ultimo caso è stato il duo RIVE che mi ha veramente emozionato!
Veniamo ora a “Stereociglia”. Ascoltandola ho come avuto l’impressione che la compilation sia un portale aperto su diverse galassie comunemente, e riduttivamente, denominate “elettronica”. È effettivamente parte della vostra “mission” come etichetta quella di far scoprire stili e sonorità non per forza legate al puro clubbing?
Il club è un ambiente in cui ho passato tanto tempo. Credo sia un contenitore e un incubatore di una serie di generi musicali che possono trovare la loro espressione nella danza, nel ballo e nello sballo. Poi ci sono tanti altri momenti legati alla musica “elettronica” e non. Noi cerchiamo di pensare in musica tutti questi momenti e non solo la danza. È come se un compositore di colonne sonore decidesse di sonorizzare in un film solo le scene con gli inseguimenti e lasciasse tutto il resto ad altri. Non so se l’esempio possa sembrare troppo radicale, ma credo che renda l’idea.
All’interno di una label, per come la concepiamo noi, possono convivere diverse identità, alcune più coerenti nel loro percorso, strettamente connesse ad un genere, e altre più eclettiche.

Nel corso della tua carriera hai avuto la possibilità, e la fortuna, di declinare il tuo talento e la tua passione per la musica in svariati ambiti: dal djing all’ingegneria del suono alla produzione. C’è una di queste dimensioni a cui ti senti più affezionato? Ritieni comunque importante che un artista si confronti con diversi campi per crescere professionalmente?
Anche questo è un po’ il mio pregio e il mio difetto. Essere polivalenti in ambito artistico è come fare il triathlon in atletica: il più famoso campione di triathlon non sarà mai importante come il campione dei 100 mt. Non sono un artista puro, ho sempre avuto la curiosità e la passione per aspetti cutting edge dell’informatica e della tecnologia e ho sempre vissuto in maniera altalenante il mio rapporto con il palcoscenico. Sono a mio agio ma non ci vivrei, diciamo così.
Ci sono dei momenti in cui penso che forse sarei stato o sarei ancora un dj resident coi fiocchi. L’idea di avere una casa dove poter lasciare un segno musicale indelebile mi ha sempre affascinato ed è una tradizione tutta italiana. Detto questo, non penso che un artista debba per forza fare diverse esperienze, anzi. Probabilmente dovrebbe ripetersi sempre con costanza per diventare un big.
Il mio percorso è sui generis e spesso mi immedesimo in un corso del MIT di Boston tenuto da Henry Jenkins che si chiama “Per chi non ha ancora deciso cosa farà da grande”. La label mi appassiona e mi gratifica anche per perché riesce ad impegnarmi a 360° in una serie di ragionamenti e attività legate alla musica.
Ci sono degli artisti da cui ti senti maggiormente influenzato o per cui nutri una stima particolare?
Tantissimi e di diverse matrici, dal metal alla musica d’avanguardia. Il personaggio simbolo che ho sempre avuto come guida è Iannis Xenakis, un folle genio del XX secolo, innovatore e sperimentatore, che è stato di fondamentale importanza a livello interdisciplinare dalla musica all’architettura.
Sul vecchio Myspace c’era quel bellissimo paragrafo nelle informazioni personali “influenze” che ho sempre amato compilare. Se dovessi pensare ai 3 gruppi preferiti forse direi Black Sabbath, Kraftwerk e Clash. Se pensi a Paolo Sorrentino (con cui io e Agostino abbiamo avuto il privilegio di collaborare sul set de La Grande Bellezza) alla premiazione degli Oscar quando ringrazia Maradona e i Talking Heads… direi che quella è più o meno onnicomprensiva come risposta.
Confidando in un futuro prossimo più libero da restrizioni rispetto agli ultimi due anni, ci saranno degli eventi dal vivo in cui sarai coinvolto tu personalmente o che riguarderanno Festina Lente?
Abbiamo iniziato un rapporto continuativo con la struttura CieloTerra a Roma e faremo sicuramente un evento a Forte Antenne a settembre, ma le date sono ancora da annunciare. La speranza è di calendarizzare una stagione 2022/2023 ricca di appuntamenti con un format in stile showcase in cui ci sarà la possibilità di dare spazio a diversi artisti del nostro roster.
Ascolta Stereociglia dal player qui sotto. Per l’acquisto e le altre release segui Festinalente Dischi.