L'elettronica internazionale protagonista di Electropark

L’elettronica internazionale protagonista di Electropark

Il festival multidisciplinare di musica e arti performative di Genova porta in scena la rassegna “Performing Dreamworlds”. Fra i protagonisti Max Cooper che presenta in prima italiana “Unspoken Words”, Roedelius e Colin Benders.

Negli anni Electropark ci ha abituati benissimo, ospitando nel capoluogo ligure figure chiave del panorama elettronico contemporaneo. La kermesse genovese ha saputo ritagliarsi la propria nomea “sfidando” le realtà più blasonate milanesi e torinesi. Basti pensare che nell’ultima decade vi sono transitati pietre miliari del calibro di Alva Noto, Andrew Weatherall o Robert Henke. Così come allora astri nascenti della scena elettronico-sperimentale poi consacratisi al mondo come Caterina Barbieri, Zenker Brothers o Giant Swan.

Facendo propria e collaudando nel tempo una peculiare attitudine multidisciplinare, Electropark ha inoltre perseguito una vocazione diversa rispetto alla maggior parte dei festival annuali “one shot”. Tratto distintivo è invece la valorizzazione del territorio, filtrata da una ricca serie di proposte in alcuni dei luoghi simbolo di Genova. Non solo teatri e palazzi storici, ma anche mercati e zone portuali con l’intento di promuovere la coesione sociale e multiculturale all’insegna dell’intrattenimento.

Dopo l’edizione estiva del festival che aveva richiamato nomi illustri del clubbing europeo e di cui avevamo parlato qui, a settembre è partita la rassegna “Performing Dreamworlds”. Un nome che esalta, appunto, l’abilità performativa degli interpreti coinvolti (musicisti e non) allacciandosi al tema scelto per il 2022. L’invito a sognare nuovi mondi possibili per contrastare “le diverse emergenze che il pianeta sta attraversando (climatica, ecologica, pandemica, umanitaria, economica, sociale)” offrendo, attraverso la musica e l’arte, “diverse prospettive da cui guardare alla realtà, perché solo nella complessità degli sguardi si può trovare una via di salvezza dei mondi che abitiamo”.

I protagonisti di Electropark “Performing Dreamworlds”

Hans-Joachim Roedelius

Ma vediamo cosa c’è da aspettarsi per l’atto conclusivo della rassegna ottobrina firmata Electropark. Venerdì 7 ottobre e sabato 8 ottobre in programma due appuntamenti alla Claque con quattro artisti coinvolti. La prima sera è dedicata alle sperimentazioni più evolute nel campo della musica ambient, idm e techno. Sul palco il compositore Hans-Joachim Roedelius che, alla bellezza di 80 anni suonati, presenta il suo live dal titolo “Roedelius 88 Show”. Oltre a essere stato un membro dei Cluster, il compositore tedesco ha anche giocato un ruolo chiave nella diffusione di generi quali l’ambient, il krautrock e l’elettronica sperimentale.

Uno show immersivo, da godere in piedi o seduti, nella suggestiva cornice del teatro genovese. Dopo di lui cambiano l’età anagrafica e i “toni”: Andrea Buzzi in arte Sonambient presenta il suo nuovo album “CONTROFORMA“, forse uno dei più interessanti prodotti in Italia negli ultimi mesi. Un mix raffinato e maturo di idm, breakbeat e techno ibridata da parte del produttore torinese nel roster di Ghost City Collective.

L’indomani la location rimane la stessa, ma il contesto si tinge di sfumature decisamente più dancefloor. La prima esibizione è di Marta De Pascalis, acclamata producer e sound designer italiana ormai da anni di base a Berlino. In seguito alla pubblicazione dell’eccellente lavoro “Sonus Ruinae”, presenta un live set dalle atmosfere cupe e distopiche. Per gli amanti della techno più melodica, da non perdere il live successivo dell’eclettico Colin Benders.

Colin Benders

Originario di Utrecht e presenza fissa nei più prestigiosi festival internazionali, Benders deve buona parte della sua fama alle sue performance “impossibili” streammate online. Il ragazzo, per dire, è in grado di attaccarsi ai suoi sistemi modulari e di continuare a suonare per 12 ore consecutive. Se siete riusciti a inquadrare il personaggio, vi consigliamo di non perdervi una performance che si preannuncia fuori dagli schemi.

A chiudere il sipario sulla rassegna di inizio autunno, un artista che negli ultimi anni si è meritatamente inserito nel gotha dell’elettronica internazionale. Max Cooper, con quasi vent’anni di carriera alle spalle, ha negli anni accresciuto il suo pubblico mantenendo una propria coerenza e direzione. Cooper non è un producer che suona live. È molto più di questo. Il suo lavoro si è sempre accompagnato a una forte concettualizzazione e, ultimamente, viaggia in parallelo alla componente visiva. Oggi, la parte suonata dei suoi show e i visual sono due elementi interconnessi fra loro e in grado di influenzarsi a vicenda.

Max Cooper – Live at the Acropolis

Il fondatore dell’etichetta Mesh è, non va dimenticato, anche uno scienziato; un background che influenza tantissimo la sua intera produzione. Riferimenti alla biologia, alla natura, ma anche alla tecnologia e alla sociologia sono centrali nelle sue opere. Tutti questi elementi confluiscono nelle sue monumentali performance dal vivo, ottenute grazie a due schermi sovrapposti su cui vengono proiettate le immagini con il performer al centro.

Se, dal punto di vista meramente musicale, Cooper può risultare difficile da inquadrare proprio per la sua grande varietà a livello produttivo, le sue esibizioni dal vivo sono uno spettacolo assoluto. Basti pensare che è stato il primo artista a esibirsi all’Acropoli di Atene e che ha calcato palchi prestrigiosi come il Barbican Centre o la Roundhouse di Londra. Qui è dove, qualche mese fa, ha presentato il suo nuovo show A/V “Unspoken Words”, tratto dal suo ultimo album in studio omonimo. Sarà proprio l’ultima fatica a vederlo protagonista della chisura di “Performing Dreamworlds” al Teatro Modena (Teatro Nazionale), l’unico teatro ottocentesco di Genova. 

I biglietti di Electropark “Performing Dreamworlds” sono in vendita su DICE.

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