Uscito il 9 settembre sull’etichetta berlinese Springstoff, Hiatus è il nuovo EP della cantante, autrice e compositrice Suz. Un disco in cui la voce fa da filo conduttore sposandosi con un’elettronica ampia e ricercata. Hiatus, che si avvale di ottime collaborazioni (fra cui quella con Laura Agnusdei) risulta un EP dalle forti tinte emotive, capace di conquistare ascolto dopo ascolto.
Hiatus è il titolo scelto da Suz, pseudonimo di Susanna La Polla De Giovanni, per il suo primo lavoro prodotto interamente da sola.
L’immagine dello iato, quindi dello stacco e, se vogliamo, della rottura con il passato sottolinea la volontà della cantante, autrice e compositrice di approcciarsi, per la prima volta da sola, alla produzione di un EP.
Quello di Suz è infatti un nome che, nel corso degli anni, ha esplorato diversi territori musicali, dal raggae, al trip hop alla dub techno, prendendo parte ad altrettanti progetti.
Se proprio attraverso un’espressione elegante e raffinata del trip hop Suz aveva trovato la propria dimensione (“Shape of Fear and Bravery” e “One Is A Crowd” – No.Mad Records), Hiatus è un lavoro che sconfina in nuovi orizzonti musicali.
Le sette tracce dell’EP, seppur in maniera non ripetitiva ma anzi molto poliedrica, presentano tutte un forte impatto emotivo e abbracciano vari sottogeneri dell’elettronica più o meno contemporanei.

Nel suo disco Suz è abilissima a fondere una dimensione eterea, raggiunta anche grazie a un uso ricercato della propria voce, a un sound elettronico muscoloso.
Dai territori trip hop, che riecheggiano in talune tracce, Hiatus si sposta in altri più squisitamente dancefloor arrivando ad abbracciare al suo interno costellazioni ascrivibili ai mondi dell’ambient, della breakbeat e della world music.
L’Intro dell’EP è una traccia estremamente evocativa su cui la voce rarefatta di Suz ricama paesaggi ipnotici, traendoci in un crescente e magnetico mantra. Neanche il tempo di ridestarci da questo viaggio che siamo già catapultati nella dimensione molto club-ready di Let No One Live Rent Free In Your Head. Su un tappeto di pad incede veloce un sequencer dal sapore vagamente disco fino a che esplode il ritornello dove il groove si sposa alla perfezione con l’atmosfera sognante resa dalla voce.
Akazéhé vede la collaborazione di Manna Man che costruisce sul brano una linea di basso tonda e graffiante creando un suggestivo contrasto con le melodie vocali di Suz.
Un colpo di cassa cadenzato ci introduce all’ascolto di Winds Of Summer Fields, brano maestoso e ipnotico che culmina in un impeto di percussioni capace di ridestare ambientazioni industrial anni ’90. Da queste, Fairy Circle ci proietta in un paesaggio quasi sci-fi costellato da note brevi, ritmica trip hop e sporadiche incursioni vocali di Suz.
La traccia forse più evocativa dell’EP è Dragon Inn, brano che vede la collaborazione al sax della musicista Laura Agnusdei. Un lungo intro su cui la voce di Suz giunge con estrema delicatezza, arrivando a camuffarsi con le lunghe note del sassofono donando alla traccia un’atmosfera cinematografica e a tratti distopica.
L’EP si chiude con Outro (Alt 288), traccia in cui la componente strumentale trova maggiormente spazio: un crescendo di percussioni che conferisce al tutto un gusto etnico, dandoci la sensazione di venire trascinati in una danza circondati da suoni provenienti da terre lontane.
Senza dubbio, quello di Suz come solista è un disco d’esordio in grado di unire maturità artistica e una buona dose di audacia, confezionando un lavoro che abbraccia sonorità e generi diversi, senza tralasciare coerenza interna e personalità.
Hiatus riesce a contemplare panorami sfaccettati e, ascolto dopo ascolto, ci fa apprezzare tanto i piccoli dettagli quanto l’umore generale, delicato e sontuoso insieme, che pervade l’intero lavoro.