Un elenco senza alcun tipo di pretesa, se non quella di dare spazio alle artiste e agli artisti che in questo 2022 ci hanno emozionato attraverso la loro musica. Un’occasione per raccontare quello che crediamo sia il meglio uscito quest’anno e magari per annotare qualche disco o artista che vi era sfuggito. Alla fine dell’articolo la playlist collaborativa di Nicchia Elettronica per ascoltare i nostri album italiani del 2022 e per aggiungere quelli che ci siamo dimenticati.
Un altro anno volge al termine ed è quindi tempo di tirare le somme. Il 2022 è stato un anno particolarmente florido per la musica italiana “di nicchia”. Su queste pagine abbiamo avuto il piacere di parlare di diversi dischi, ritrovando vecchie conoscenze o facendo delle piacevoli scoperte. Nel frattempo tanta altra musica è passata per le nostre orecchie e, anche se non abbiamo potuto raccontarvela tutta, ne abbiamo raccolta un bel po’ qui.
Va da sè che non si tratta di una classifica nè di una raccolta esaustiva quanto piuttosto di un contenitore piuttosto ampio e variegato. Parliamo di quasi cinquanta dischi, selezionati sulla base di due semplici criteri: trattarsi di album (quindi niente Ep o compilation) ed essere opera di artiste e artisti italiani. Si passa dalle etichette indipendenti, che in Italia continuano a fare un ottimo lavoro, ad artisti meno noti per arrivare a nomi di rilievo internazionale che hanno pubblicato su etichette straniere.
Tra le prime, partiamo con la milanese Taste Rec. che, per il terzo volume della sua serie Raised Line dedicata alle sfumature più scure dell’elettronica, ha visto come protagonista (r)umori con “II“. Rimanendo su sonorità affini annotiamo il piacevole ritorno di Sonambient con “Controforma” (uscito su Ghost City Collective) e di Artizhan che a maggio ha pubbicato su Apparel Tronic “Breaks From The V“.
Un’etichetta a cui abbiamo dedicato molto spazio è la fiorentina New Interplanetary Melodies che compare in questa raccolta con due dischi: “FOTO” di Ennio Colaci e “Radamanto” firmato da STRATA-GEMMA. Tra le nuove e piacevoli sorprese merita una menzione Leonardo Arneis Metz per il disco d’esordio “Ossidazione Agreste” (Malditerra Records).
Spostandoci verso un’elettronica dai giri più lenti, non possiamo non citare il disco di Kamaji “Crisalide” pubblicato su Quattro Bambole. Sound affine anche per due dischi targati Resilienza Records: rispettivamente “Campionario” di Pentola e “One Hundred Trees” di Ni_so. Proseguiamo con l’elettronica industriale di Primo Zanasi con “Zona Industriale” (Spalato Wayle) e quella sperimentale di Dj Barefoot in “Loneliness Kit” (51beats). Fra i graditi ritorni di quest’anno ci sono anche Pluhm con il suo nuovo lavoro “Canzoni di Buio e Luce” (Subexotic Records) e Paolo Bellipanni che ha rilasciato su ROSH! l’album “Persona“.
I synth incontrano le chitarre elettriche in “Age Of” di Javarnanda (ZepTepi) e in “Shidoro Modoro” di FANALI (Soundinside Records). Non mancano le band fra cui annoveriamo i Jaren con “Don’t Judge, Listen” (Flexi Cuts) e Le Piccole Morti con il loro progetto fra musica e fotografia “Afterdark” fuori per Ghost Factory Records & Arts. Da tenere d’occhio per il futuro sono sicuramente i Leatherette che su Bronson Recordings hanno pubblicato il loro album d’esordio “Fiesta“.
La nuova scena underground di casa nostra passa senza dubbio anche dagli specchiopaura e dal loro “Napoli Undercore” (THRU COLLECTED) e dalle sonorità spigolose e veloci del nuovo disco di Arssalendo “Tutti ammassati senza affetto” (GRAZIE1000). La Campania si dimostra un territorio assai prolifico regalandoci autentiche perle quali “Kuni” di LNDFK (La Tempesta Dischi) e “XXYBRID” della celebratissima NZIRIA (Never Sleep). Aprendoci a sonorità più distese e “urban” segnaliamo l’uscita “ACUFENE” di Michael Mills sull’etichetta e collettivo milanese Funclab.
Si prosegue con l’elettronica danzereccia ed eterea di L I M nel suo nuovo album “Glowing” fuori su La Tempesta Dischi. L’etichetta è molto ben rappresentata anche grazie ai dischi di Ginevra Nervi “The Disorder Of Appearances“, “Antro Pop” dei Ninos Du Brasil e il potentissimo “Homunculus” di Capibara. Chiudendo il cerchio sulle etichette italiane ecco ancora Maple Death che ha rilasciato il nuovo, acclamato disco di Mai Mai Mai “Rimorso“, Four Flies con “Antonico” di Tonico 70 e Beat Machine dove ritroviamo il progetto electro-jazz Karu nel nuovo “An Imaginary Journey“.
Gradito ritorno anche quello dei C’Mon Tigre con “Scenario” fuori per Intersuoni che, per tipo di sonorità, va a braccetto con “TOROZEBU“, frutto dell’omonimo progetto collaborativo di Cristiano Crisci aka Clap! Clap! e Domenico Candellori (Black Acre). Anche i Funk Rimini si riappropriano letteralmente della pista con l’autoprodotto “Odeon” e, parlando di veterani, non possiamo non chiamare in causa Gianluca Petrella & friends aka Cosmic Renaissance nel nuovo album “Universal Language” fuori per edizioni Ishtar.
E veniamo ora alla categoria “italiani all’estero”, fra sodalizi rinnovati e significativi esordi su etichette straniere. Bienoise ci regala un album con alta componente autogenerativa intitolato “This Meaning Today” (fuori su Force Inc. / Mille Plateaux). Sue anche alcune collaborazioni in “Perceive Reality“, album del produttore e batterista KHOMPA (Metronome Records). Impossibile non annoverare l’artista italiana forse più apprezzata all’estero nel panorama elettronico-sperimentale. Parliamo ovviamente di Caterina Barbieri che in estate ha pubblicato “Spirit Exit” sulla sua light-years. Un’altra artista che sta godendo di un meritato successo è Katatonic Silentio che pubblica il suo secondo disco sulla monacense Ilian Tape intiolato “Les Chemins De L’inconnu“.
Occhi puntati anche su Simona Zamboli che approda su Detroit Underground con l’album “Loisirs” e su Herva che con le complesse sonorità di “Seez” entra niente meno che nel roster di Planet Mu. E, a proposito di meritati riconoscimenti internazionali, troviamo Indian Wells, dalla cui passione per i modulari scaturisce “No One Really Listen To Oscillators” (Mesh) e Gold Panda uscito su City Slang con “The Work“. Un’altra etichetta di assoluto spessore, la PAN è rappresentata da “X, Wheel” di Heith, mentre le sonorità ambient-cosmiche di ATŌMI in “Little Floating Oracles” vedono la luce sulla berlinese Lady Blunt. Con “Vahinè“, un album ricco di profondi significati, riabbracciamo il maestro Gigi Masin (Language Of Sound) e concludiamo questa non-classifica con uno dei progetti più misteriosi e intriganti degli ultimi tempi, quello di Abul Mogard con il disco “In A Few Places Along The River“.