Concepire la musica come gli strati di un albero

Intervista a Daniele Sciolla in occasione dell’uscita di ‘Synth Carnival’

Un caffè decisamente cattivo e troppo costoso, una serie infinita di scalini per salire in cima alla torre della Cattedrale e uno splendido live al Fri-Son di uno dei miei idoli: Max Cooper. Questi sono alcuni dei ricordi che mi affiorano alla mente se ripenso a una mia breve visita a Friburgo, in Svizzera, di qualche anno fa.

Per questo mi scappa un sorriso quando una delle prime cose che mi dice Daniele Sciolla è che anni fa si trovava proprio a Friburgo in Erasmus. Era il 2009 e lui studiava matematica, coltivando una passione per i calcoli che confluirà nei suoi studi musicali rendendolo un vero e proprio ricercatore del suono.

Daniele nasce a Cuneo e, come tanti colleghi, il suo approdo al mondo della musica avviene dentro alle stanze del Conservatorio attraverso gli studi classici. Poi da lì inizia a bazzicare nel punk e nei centri sociali, ma è nell’elettronica che trova la sua attitudine da musicista.

Inizia usando i software e studiando la sintesi sonora e infatti il suo primo EP si chiama “Sinthesi” e vede la luce nel 2012; lavoro costruito intorno a una forte dimensione “electro”, ma che già lascia intravedere l’approccio ricercato, pulito e quasi minimalista che caratterizzerà le successive produzioni di Daniele.

“L’approccio è stato graduale, prima ho iniziato con i software, ho studiato la sintesi sonora, sperimentato sul digitale e poi sono arrivato all’analogico.”

Daniele Sciolla alle prese con i suoi sintetizzatori in studio
Daniele Sciolla in studio nel 2017

Gli anni che seguono sanciscono un graduale spostamento dell’interesse di Daniele verso i sintetizzatori che diventano sempre più preponderanti nelle sue produzioni andandone a definire una matrice e uno stile immediatamente riconoscibili.

A fianco alle partecipazioni ai progetti Elephantides e Anudo pubblica diversi singoli ed EP da solista (su label come Bad Panda e l’attuale Betulla Records) fino al più recente “Miniature per Sintetizzatore” (di cui avevamo già parlato qui) che è, per certi versi, il padre spirituale di “Synth Carnival”.

Due anni dopo troviamo Daniele impegnato nel primo atto di un progetto mastodontico che lo ha visto girare gli studi di mezza Europa andando a caccia di un numero impressionante di sintetizzatori, raccogliendo, selezionando e poi condensando un vastissimo materiale sonoro all’interno di Synth Carnival.

La copertina di Synth Carnival di Daniele Sciolla

Il racconto degli ultimi due anni di lavoro che hanno portato alla nascita di “Synth Carnival” nell’intervista a Daniele Sciolla.

Il lavoro mi è sembrato progredire come gli anelli di un tronco di un albero: strato dopo strato, da un idea centrale alla corteccia, che racchiude tutti gli eventi che le danno la forma.

Partiamo dal tuo ultimo progetto ‘Synth Carnival’. Puoi raccontarci qual è il concetto di fondo di questo lavoro, come è nato e come lo hai sviluppato? 

L’EP è molto veloce: 3 tracce per un totale di 5 minuti circa. Ma per scriverle ci ho messo 2 anni, in cui ho provato e registrato tantissimi sintetizzatori, in diversi studi in giro per l’Europa. A volte ho layerizzato registrazioni effettuate a distanza di mesi e questo dà alle tracce una sonorità unica e molto complessa.
La filosofia iniziale è stata quella di voler mettere assieme tempi dinamici in griglie rigide. Quindi si aggiungono di volta in volta delle note che si stringono sempre di più nella battuta. Il lavoro mi è sembrato progredire come gli anelli di un tronco di un albero: strato dopo strato, da un idea centrale alla corteccia, che racchiude tutti gli eventi che le danno la forma.
Il lavoro in totale è di 16 tracce, raccolte in 4 mini EP divisi per tema e questo è il primo a essere pubblicato.

Uno scatto preso dallo SMEM di Friburgo
Una foto dell’incredibile archivio di sintetizzatori presenti allo SMEM di Friburgo

Il tuo suono è caratterizzato da un approccio meticoloso al mondo dei sintetizzatori da cui si può evincere un amore profondo: quando è scattata in te questa passione? Hai avuto o hai tuttora degli stimoli particolari? 

Direi in Svizzera nel 2009, mentre facevo l’Erasmus in Matematica a Friburgo. Che poi il caso vuole sia proprio la città dove si sia stabilito lo SMEM (Swiss Museum for Electronic Music instruments), in cui ho registrato tantissimi sintetizzatori presenti in SYNTH CARNIVAL.
Prima di quegli anni oscillavo tra classica e punk, tra conservatori e centri sociali; poi ho trovato una certa stabilità nell’elettronica.
L’approccio è stato graduale, prima ho iniziato con i software, ho studiato la sintesi sonora, sperimentato sul digitale e poi sono arrivato all’analogico.
Per quanto riguarda le contaminazioni, queste arrivano spesso da viaggi, incontri, consigli di amici, mentre la scrittura rimane sempre molto “solitaria”. Il supporto di chi ho attorno poi è fondamentale perché quel che faccio oggi è molto sperimentale e quindi non è scontata la risposta del pubblico.

“Sarebbe l’ora che rendessero il tutto più snello a livello legale, in modo tale che gli artisti possano gestirsi autonomamente, in trasparenza, al pari delle altre categorie.”

Questo non è certamente un periodo facile per l’industria musicale. Secondo te quali saranno le sfide principali a cui si dovrà far fronte nel mondo della musica nel prossimo futuro e come vedi in particolare la scena italiana? 

Il momento è molto incerto, purtroppo fare previsioni risulta difficile. Dipenderà tutto da il numero di regole imposte e dalla loro sensatezza.
Mi auguro che la cultura e gli eventi, in cui rientrano anche i live musicali, siano tenuti in grande considerazione dal governo. La categoria dei musicisti non è mai stata contemplata molto dalla legislatura italiana: basti pensare che per mettersi in regola la maggior parte dei musicisti debba passare tramite cooperative. Sarebbe l’ora che rendessero il tutto più snello a livello legale, in modo tale che gli artisti possano gestirsi autonomamente, in trasparenza, al pari delle altre categorie. 

Un grazie sincero da parte di Nicchia Elettronica a Daniele Sciolla per l’intervista che ha rilasciato. Uno dei valori principali che muove la realizzazione di questo blog è la passione per la musica elettronica, concepita non solo come prodotto di cui fruire, ma come esito di processi creativi, intellettuali e sentimentali. Ascoltando “Synth Carnival” saremo trasporati nel mondo di Daniele e contagiati dalla sua passione per i sintetizzatori, ansiosi di scoprire i futuri capitoli del suo profondo processo artistico.

Synth Carnival di Daniele Sciolla esce oggi su Betulla Records.

Puoi ascoltarlo qui

Related Posts

Begin typing your search term above and press enter to search. Press ESC to cancel.

Back To Top