Dentro Vital Heat, album di debutto di James Shinra
Di James Shinra non si sa molto. Appena poco più di mille seguaci su facebook, non molte informazioni reperibili sull’etere e nessuna intervista ad oggi rilasciata.
Si sa che il suo vero nome é James Clarke e che viene da “somewhere in UK” (così si legge sulla sua pagina). All’attivo ha alcuni lavori selezionati su un numero ristretto di labels (Wide Records, Null+Void Recordings).

Vital Heat è il suo album d’esordio e prende vita grazie al connubio con Analogical Force. La label di Madrid che si sta facendo un nome con uscite improntate sull’idm, la braindance e l’acid house. Oltre a vantare tra le file artisti del calibro di μ-Ziq, D’arcangelo e Plaid ospita nuove leve molto interessanti fra cui proprio Shinra.
Il produttore britannico, che già vi aveva pubblicato due EP (Meteor e Supernova), arriva all’esordio con un album che é un piccolo gioiello.
Vital Heat deve molto alla musica della prima metà dei ’90, ma non si tratta di un semplice omaggio a quel tipo di sonorità. James Shinra invece riesce nell’obiettivo di trasformare le proprie influenze in un prodotto originale e d’impatto.
I riferimenti alla scena rave ’90 e un tocco di malinconia personale
Vital Heat é intenso, distopico e a tratti ironico. Le 11 tracce dell’album viaggiano attraverso “una pletora di stili” che si mescolano tra loro senza restrizioni.
Grande spazio é dato alle linee melodiche che forgiano un mood che si potrebbe definire malinconico e decadentista. Le ritmiche sempre diverse mutano in maniera quasi “schizofrenica“. Sono tanti i riferimenti ai generi di quel periodo, in particolare l’acid house la drum n bass e l’idm.
Un tocco molto personale è dato in alcuni brani dall’utilizzo del pianoforte che contribuisce a disegnare melodie oscure, eteree, fantasmatiche.
Una delle uscite più spesse dell’ultimo periodo arriva non a caso su un’etichetta che nell’ultimo periodo sta lavorando in modo eccelso.
Abile a toccare in profondità grazie a uno stile già molto riconoscibile, James Shinra mostra un’abilità non comune nel ridisegnare lo stile dei primi ’90.
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