ATŌMI ci invita a trascendere i nostri sensi

ATŌMI ci invita a trascendere i nostri sensi

Little Floating Oracles è il titolo del primo album di ATŌMI. Un viaggio che racconta l’esito di un percorso che ha visto l’artista confrontarsi non solo con le parti più profonde di sé, ma anche esplorare ambiti che dalla psicologia si spostano a quello trans-personale fino ad abbracciare le applicazioni più moderne dell’Intelligenza Artificiale. In questo focus dedicato al suo ultimo lavoro, veniamo accompagnati dalle parole di ATŌMI nell’ascolto dei primi tre singoli estratti dall’album.

Per comprendere l’opera di ATŌMI (nome d’arte del musicista e compositore Lorenzo Setti), occorre partire dal presupposto che la sua musica non è, come talvolta accade, mero esercizio di stile né, tanto meno, suono depauperato da un concetto di fondo. È anzi il risultato di stimolazioni – derivanti da ambiti diversi – che, una volta concettualizzate, confluiscono nelle sue produzioni in maniera spontanea.

Little Floating Oracles è il primo album in studio del musicista italiano di base a Berlino e arriva a due anni di distanza dall’EP ARMØNIA di cui avevamo già parlato su Nicchia Elettronica.

ATŌMI ci invita a trascendere i nostri sensi
ATŌMI (Ph. Chiara De Maria)

Mentre il lavoro precedente indagava l’interconnessione fra l’individuo e il cosmo, il nuovo album di ATŌMI descrive “una fase discensionale, fisicamente e visivamente parlando, dall’essenza cosmica al momento prima della nascita.

L’album è ispirato al concetto di feto, inteso non come feto umano, ma come incarnazione dell’infinita conoscenza di un Oracolo. I feti-oracoli a cui si riferisce il titolo del lavoro “sono nel punto centrale del sapere tra il tutto, la coscienza cosmica, e la fase di passaggio della nascita”. Il tema della coscienza è fondante e ha visto ATŌMI intraprendere un percorso, dal punto di vista interiore e compositivo, che “esplora le varie fasi che intercorrono tra la dimensione ultra-terrena e l’acquisizione dei sensi”.

Accompagnati dalle parole che Lorenzo ha voluto condividere con noi, ci immergiamo nell’ascolto e nei molteplici significati di Little Floating Oracles. Intraprendiamo così un viaggio che ricalca la “fase discensionale” descritta da ATŌMI mentre veniamo guidati dall’ascolto dei primi tre singoli estratti dall’album in uscita il 7 ottobre su Lady Blunt Records. Partiamo con Oneiros, la erza traccia dell’album, che si consiglia di ascoltare, meglio se con un paio di cuffie, mentre si procede con la lettura.

Little Floating Oracles esplora territori che vanno dall’ambient music ad ibridazioni fra classica contemporanea ed elettronica. Oneiros, parola greca che significa sogno, è la traccia che presenta la maggior componente di elementi elettronici dell’intero album. Il processo di creazione di Oneiros è esemplificativo del modus operandi di ATŌMI, la cui attitudine come produttore è intimamente collegata con il suo ruolo di performer. 

La traccia è infatti il frutto di una performance in cui l’artista ha “messo in dialogo una serie di suoni percussivi, melodici e concreti attraverso un approccio alternativo dello strumento acustico (un violoncello, ndr), affiancato dal sintetizzatore semi-modulare Erebus V3. Tornato in studio ne è scaturita la terza traccia dell’album.” Il brano scorre in un crescendo di intensità sonora, quasi sospinto da immaginarie raffiche di vento rese simbolicamente dall’utilizzo, molto diffuso in tutto l’album, dell’LFO (Low Frequency Oscillator), l’acronimo del titolo dell’album.

Facendo riferimento anche ad artisti quali Arvo Pärt e John Tavener, ATŌMI compie un interessante processo di rovesciamento dei tradizionali canoni compositivi, tentando di oltrepassare i confini tradizionali tra sonorità classiche ed elettroniche e proponendo una sintesi personalissima di due mondi solo apparentemente distanti. È un ottimo esempio di questo processo Adela, traccia di quasi 9 minuti riguardo a cui Lorenzo racconta di essersi “molto divertito a simulare strumenti classici con i sintetizzatori”. Ascoltando la traccia siamo trasportati dal suo incedere lento e ipnotico, avendo davvero la sensazione di trovarci di fronte a un’orchestra vera e propria.

Il viaggio dei feti-oracoli prosegue avvicinandosi alla loro incarnazione materica vista come ciò che “porta inevitabilmente a perdere una parte di quella conoscenza, potenzialmente illimitata, per andare verso l’esperienza della realtà attraverso i sensi.”  Nel raccontarlo, lo stesso Lorenzo si è trovato ad analizzare il proprio subconscio, venendo influenzato tanto “dalla teoria dei sistemi COEX di Stanisalv Grof riguardanti le fasi perinatali” quanto dalle letture di Jung, Carlos Castaneda e Jodorowky. Le sette tracce di Little Floating Oracles descrivono tali fasi che Lorenzo ha “diviso due a due, con l’aggiunta dell’ultimo brano, il settimo, che se ne discosta”.

Avvicinandoci alla conclusione di questo percorso, incontriamo la penultima traccia dell’album, Oracles. Il brano vede la collaborazione della violinista e compositrice Laura Masotto e della cantante lirica Giulia Bernardi. L’impronta della prima è ben riconoscibile attraverso l’uso del violino e della viola, mentre la seconda dà il suo apporto al brano attraverso “diversi layers di voci ed armonizzazioni sovraincise”. La componente acustica, unita all’elettronica di ATŌMI, restituisce un brano dalle tinte emotive quasi apocalittiche, in grado di descrivere in maniera cinematografica la consapevolezza dell’esistenza del feto nel qui e ora, memore di una vita passata e di una in procinto di nascere. 

Little Floating Oracles è un album che pone l’ascoltatore in uno stato di sospesa contemplazione, invitandolo a compiere un vero e proprio viaggio, sovrascrivibile a quello descritto attraverso le diverse tracce. Si tratta di un invito ad abbandonare i confortanti limiti della ragione per lasciar parlare quella componente inconscia di noi stessi “che va oltre i nostri sensi e ci fa esperire la realtà o una delle realtà, la materialità o l’immaterialità, in una modalità paradossalmente più diretta e profonda

In questo processo si inserisce anche il lavoro svolto dall’artista visivo Akasha che ha collaborato con ATŌMI nella realizzazione dell’artwork dell’album.

ATŌMI ci invita a trascendere i nostri sensi
L’artwork di Little Floating Oracles realizzato da Akasha

Volevamo che l’artwork avesse l’estetica di un oracolo senza che si capisse bene se era un cuore, una componente organica o altro. Abbiamo pescato sia nell’ambito sottomarino, da dove si ritiene sia nata la vita umana, sia nel cosmo: infatti sono presenti degli anelli che rimandano alla simbologia dell’Oracolo di Delfi”. 

ATŌMI prosegue raccontando di come si tratti di un “artwork profondamente simbolico e studiato per parlare all’inconscio, progettato in ambiente 3D da Akasha su cui successivamente sono state generate variazioni con l’utilizzo di Intelligenza Artificiale.”

ATŌMI e Akasha saranno impegnati, nei mesi successivi all’uscita di Little Floating Oracles, in un live che “sarà strutturato, a livello sia audio che video, in maniera non autogenerativa o improvvisata, ma con una componente di non stabilità e di non regolarità” e in cui i due artisti lavoreranno insieme “sul concetto di creazione continua, reso simbolicamente dagli Oracles”.

Con il suo ultimo album ATŌMI si riconferma uno dei produttori più interessanti di cui abbiamo scritto su queste pagine e, sicuramente, fra i più originali della sua generazione in Italia. Un artista nel vero senso della parola, non solo dotato di grande talento dal punto di vista compositivo, ma anche in grado di arricchire la sua opera con spunti di riflessione interessanti e di coinvolgere l’ascoltatore su più piani, non solo quello percettivo, ma anche altri più intimi e profondi.

Little Floating Oracles è in uscita il 7 ottobre su Lady Blunt Records ed è già disponibile per il pre-download.

Related Posts

Begin typing your search term above and press enter to search. Press ESC to cancel.

Back To Top